Sulle pire accese bruciano le streghe
I loro corpi d'estasi ribelli a ogni potere
Bruciano i matti Bruciano i profeti
Barbari inquisiti da giudici e da preti
Bruciano gli eretici Brucia fra' Dolcino
Che sui monti prese le armi su consiglio divino
E poi bruciano i libri che sono armi puntate
Da chi si riprende le parole contro chi se l'era rubate
A parole fuochi di parole
A parole oltre le parole
A parole dentro le parole
A parole armati di parole
Si fondono nel fuoco in quel santo campo
Le parole nere e il loro fondo bianco
E si fanno cenere di cui cospargersi il capo
Per poi chinarlo muto ai piedi di chi ha giudicato
Che non siano cenere ma polvere da sparo
Quando il capo è tagliato tutto è molto più chiaro
E che ogni lettera si faccia capitale
Centro infinito finito e decentrato di un ordine innaturale!
Canzone di Marco Rovelli, che ci tiene
18 marzo 2008
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4 commenti:
ciao, stavo cercando il testo di questa mia canzone per rimetterci mano, ché non l'avevo sul pc, e vedo con piacere che l'hai postata, grazie. Se ti interessa, adesso non faccio più parte de lesanarchistes (e se citi nel post che la canzone è di Marco Rovelli mi fai ancora più piacere): marcorovelli.splinder.com.
ciao, Marco
#fatto, asd XD
alderano è sempre marco...
;-)
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