25 novembre 2008

Ignoranza nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Apprendo dal sito di repubblica di questa piccola storia italiana. Partiamo dal bel manifesto proposto da Telefono Donna al settore pubblicità del Comune di Milano. Milano, la Grand Milan, la moderna milano dell'expo, sì, quella grigia e triste.


Bello, sinceramente. Diciamola tutta, mi piace sentirmi moderno, emancipato e tutto quanto, ma a volte è fin troppo facile esserlo. Leggiamo quello che Maurizio Cadeo, assessore comunale al Arredo Urbano, ha detto di questo manifesto:
Non so se ho gli strumenti per negare gli spazi, ma ne respingo totalmente il contenuto che offende la nostra tradizione cristiana. Pongo il problema politico e ne informerò il sindaco: chiederò a telefono Donna di ritirare il manifesto
Applausi per lui, e probabilmente anche una causa di beatificazione (che tanto se la beccano cani e porci).
Mi piacerebbe sapere in cosa la tradizione cristiana sia offesa.
La prima idea che mi viene è la riproduzione del crocefisso. L'importante simbologia cattolica* applicata al di fuori di un contesto rituale e sacro effettivamente potrebbe infastidire i più intransigenti. Certo, ad oggi, 25 Novembre 2008, ne abbiamo viste di ogni. Homer J. Simpson che, dopo aver ottenuto una chiesa come propria abitazione, in mutande e bevendo birra nella navata centrale prende una croce e, come se fosse una chitarra, inizia a cantare "I was made for lovin' you" dei Kiss.
Oppure la prima traccia dell'album "Sacrificio" degli Equipe 84 del 1974 chiamata "...e Lucifero disse" dove troviamo un'ottima rielaborazione dei 10 comandamenti biblici.

Questi sono i primi esempi che mi vengono in mente, e credo siano tutti d'accordo nel dire che parte dell'importanza della cultura catto-cristiana è dovuta anche a questa profonda infiltrazione in ogni livello della vita culturale degli ultimi tot decenni.

Insomma, l'assessore di cui sopra di certo non si lamenta per la simbologia in sé, in quanto uomo moderno assessore di una città altrettanto moderna.

Allora forse il motivo è un altro. In fondo lui parla di contenuto. E il contenuto è, di fatto, una donna crocefissa. Una donna. Femmina.
E' questo allora il problema? Una donna, portatrice colpevole del fardello del peccato originale, non puo' essere vittima sacrificale. Non è pura. Non è gradita a Dio.
E' questo il problema?

In fondo la cultura catto-cristiana altro non è che una delle molte forme del patriarcato che sopravvive su questo pianeta fin da quando gli Ariani, quelli veri, non arrivarono al bacino mediterraneo** unendosi con le popolazioni locali. Forme matriarcali sopravvissero ancora per qualche tempo, ma alla fine sparirono celebrando il potere del maschio e del dominio. Chiaro ed evidente che il dominio per primo si declina sull'altro genere.

Attenzione ora a non cadere nella facile trappola. La femmina non cede perché debole. Questa non è che un altra forma di discriminazione. La femmina non cede perché se la cerca e quindi stupida. La femmina, la donna, subisce violenza perché inserita in un sistema patriarcale forte in cui è il suo ruolo quello di cedere alla violenza. Cresce e vive per questo, volendo esagerare.
Insomma, il problema è grosso, vecchio e ben radicato. Combatterlo è d'obbligo se si sceglie di operare per un cambiamento reale, anche se un manifesto non puo' cambiare migliaia di anni di storia. Ma ci prova, e se da fastidio a qualcuno allora che ben venga.

Perché sul crocefisso c'è ogni donna sul pianeta, vittime sacrificali innocenti sull'altare del patriarcato.

E l'unica chiesa che illumina è la chiesa che brucia.***

*Perché anche se non ne ho le prove, questo è cattolico prima che cristiano. Così, a naso.
**Prima di Assiri e Babilonesi, per intenderci. Si, tanto tanto tempo fa.
***Non che fosse necessario, ma quanto meno conclude lo sfogo anticlericale. Più o meno.

10 novembre 2008

Dubitando del buon senso e anche di quello comune

Lo si sosteneva da tempo, come una bufala odiosa e insensata, supportata da molte evidenze e dalla storia. Ora questa storia è documentata anche in Italia: non esiste un solo caso di rapimento di bambini da parte dei Rom, dal 1986.


[...]

(AGO PRESS) “La Zingara rapitrice” è il tema di una conferenza stampa che si terrà lunedì 10 ottobre a Roma presso la sala Marconi della Radio Vaticana. Promossa dalla Fondazione Migrantes, sarà l’occasione per presentare una ricerca commissionata al Dipartimento di Psicologia e Antropologia Culturale dell’Università degli Studi di Verona sui presunti tentati rapimenti, addebitati ai rom nell’arco di tempo che va dal 1986 al 2007 in Italia.

Io lo trovo ancora incredibile, perché chiedete a chi volete, per chiunque è un dato di fatto. Eppure è falso, non è vero, e ancora la percezione si rivela fallace. Che wsia percezione di sicurezza, o altro, poco importa e poco mi importa.
I rom, non importa di che nazionalità, non importa di che città, sono le vittime preferenziali di questo sistema sociale, e di quelli passati, da un'infinità di anni.

E' ora di rendersene conto quanto meno, la soluzione verrà di conseguenza.

Fonte ultima: Accattone per forza
BW FixSim_112007