02 settembre 2006

Questa è solo una storiella senza peso

Prendiamo due persone.
Il primo: Lui.
Lui è maschio, corrisponde allo stereotipo classico dell'uomo etero senza essere un'esagerazione supereroistica, senza essere piccolo e insignificante. Una persona di sesso maschile insomma, ne piu' ne meno.
La seconda: Lei.
Piu' che altro femminile. Non bella, non brutta: uno di quei volti che impari ad apprezzare.
E che alla fine ti piace. Semplice nelle cose semplici, impegnata nel resto.

Ora abbiamo i due protagonisti, sarebbe utile aggirarli con qualch personaggio secondario. Prendiamo una madre e una sorella piu' piccola per Lei. Tutt'e tre sono unite, nel senso che si parlano, si confidano, ma nel credersi un'unico essere ognuna si illude sempre di piu' dell'altra e alla fine, ad un certo punto, sara' chiaro che sono tre estranee.
Per lui invece va bene l'amico fidato e la collega di lavoro. Tra di lui e la collega non c'è nulla, forse qualcosa in passato ma l'hanno superato entrambi. L'amico invece è l'amico, non so in che altro modo spiegarlo.


Come interagiscono per la prima volta i due protagonisti?
Incontro casuale? Incontro-scontro? lui per sbaglio prende qualcosa di suo e la cerca per renderglielo? basta pensarci un attimo e ci saranno migliaia di occasioni molto piu' coinvolgenti di queste. Scegline tu una, perché a me non interessa il dove e il come, quanto piuttosto il cosa.
Gli sguardi si sfiorano, pensieri troppo veloi per essere messi nero su bianco, ma lui sa che la deve fermare, toccare, assaggiare. Lei sente tutto questo e vuole essere presa e portata via, vuole stare al gioco. Si dice per divertimento.
Quindi anno presto a parlare. Lui si inventa una qualche scusa patetica, lei gli da corda.
Si rivedono una, due volte. Le cose procedono si conoscono meglio.

E qui bisogna far succedere qualcosa.
E' un po' da stronzi. Questi due che finalmente hanno trovato qualcuno di interessante
e io adesso distruggero' il loro mondo. Perhé deve succedere qualcosa.
Magari un'invasione aliena durante la quale i due all'inizio corrono e scappano e si rifugiano assieme, aiutandosi l'un l'altro.
Legati, da soli contro il mondo, divisi destinati a morire, uniti pronti a sopravvivere.
Passa un giorno, due giorni pieni di pericoli.
La loro forza era l'unione fino a quando non si accorsero di non sopportarsi.
Il sipario cala su di loro che prendono strade diverse sotto un cielo rosso sangue.
Oppure potrebbe succedere, tanto per redere difficile la vita a sti due, il famigerato olocausto nucleare. Le cause naturalmente sconosciute.
Dopo la paura e la grande luce ala il buoio dell'inverno nucleare.
La notte eterna accompagna i nostri che pero' iniziano ad avere strani dubbi: è davvero la stessa persona di prima questa?
Al buio, interamente coperti di terra e schifo, irriconoscibili. Segnati dalla fame, dalla stanchezza, dallo stress.
"E io? io sono davvero la stessa persona?"
Il dubbio tra i pochi avanzi di civilta'.
Il sipario si chiude sulla pazzia. Una risata mi sembra piu' che sufficiente.

Oppure potrebbe non succedere nulla. Sacrificare sull'altare della verosomiglianza la catastrofe che cambia fuori e cambia dentro.
Ma non dirlo. Non descrivere nulla, non pensare nanche a come potrebbero apparire le cose. vai sotto la superficie, cerca il movimento e le dinamiche.
Per ogni parola annota l'implicito.

E fai finire male la storia.

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